Luoghi da visitare
24 vulcani spenti, mare, terme e resti di antiche città.
I campi flegrei hanno sempre attirato i viaggiatori con i loro paesaggi vulcanici dove natura e archeologia hanno creato una realtà unica che si estende dalla zona occidentale di Napoli fino al sito di Cuma, comprendendo gli attuali comuni di Napoli, Pozzuoli, Bacoli, Quarto e Monte di Procida. La parola flegreo deriva dal greco e significa “ardente” perché i Greci arrivati a Cuma già nel’VIII secolo avanti Cristo avevano notato la natura vulcanica dei luoghi, tanto da collocare l’ingresso al mondo dei morti nei pressi dello spettrale Lago d’Averno, frequentato, secondo il mito, da Ulisse ed Enea. E proprio i vulcani rendono il suolo fertile e permettono l’esistenza di tante fonti termali di cui i romani si innamoreranno tanto da realizzare a Baia, nei pressi di Bacoli, le più belle ville imperiali usate per trascorrere i periodi di otium (vacanza) che ora, a causa del bradisismo e di altri fenomeni vulcanici, si trovano sotto il livello del mare a pochi metri di profondità, rendendo la costa flegrea il principale sito italiano per quanto riguarda l’archeologia subacquea, nonché una piccola Atlantide. Geologia, Archeologia, Mare, Natura, Vino, buona cucina e impianti termali si sposano bene sotto il sole della Costa dei Vulcani. Scopriamo insieme i luoghi: POZZUOLI, BACOLI, MONTE DI PROCIDA, QUARTO.
E’ uno dei due anfiteatri romani esistenti a Pozzuoli e risale alla seconda metà del I secolo d.C. Oggi si trova a poche centinaia di metri dall’attuale linea di costa, nel centro di Pozzuoli, e dista pochi passi dalla fermata Pozzuoli della linea 2 della metropolitana di Napoli.Secondo la tradizione, nel 305 d.C. i martiri: Gennaro, Festo, Desiderio e Sossio vennero condannati ad essere sbranati nell’Anfiteatro, ma a seguito di una benedizione fatta da San Gennaro, le belve non li sbranarono. Furono poi decapitati nei pressi della Solfatara insieme ai santi Procolo, Eutiche e Aucuzio. È stato attribuito agli stessi architetti del Colosseo, del quale è di poco successivo. Alcuni testi riportano la sua edificazione otto Vespasiano e la sua inaugurazione probabilmente da Tito. Secondo alcuni studiosi, la presenza di muratura realizzata con la tecnica dell’opus reticulatum, farebbe pensare ad una sua realizzazione sotto Nerone, rimossa poi con un processo di damnatio memoriae. La tecnica muraria comprende, tuttavia, anche l’utilizzo di laterizi; inoltre, il ritrovamento di un’iscrizione epigrafica che recita così “Colonia Flavia Augusta/Puteolana pecunia sua (cioè, “la Colonia Flavia Augusta costruì a sue spese”) ed il fatto stesso che la tipologia dell’anfiteatro puteolano è del tutto simile a quella del Colosseo darebbero ragione ad una collocazione cronologica del monumento in età Flavia. Gli scavi archeologici ebbero inizio nel 1839 e si conclusero alla fine dello stesso secolo ma, solo nel 1947, a seguito di una nuova campagna di scavo, il monumento fu definitivamente liberato dai detriti che si erano accumulati nel corso degli anni.
Apertura ore 9:00 / 1 ora prima del tramonto
Dal lunedì al venerdì nel periodo COVID
Chiusura: il martedì (sospeso), 1 gennaio, 25 dicembre
Costo biglietto: € 5,00 – cumulativo circuito Flegreo € 10,00 valido 2 giorni
Gratuito per i cittadini dell’UE sotto i 18 e ogni prima domenica del mese.
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Il luogo flegreo più decantato e frequentato in epoca romana per il suo splendido paesaggio e per le sue rinomate sorgenti termali, tanto che Orazio poté esclamare: Nullus in orbe sinus Bais praelucet amoenis (Nessun altro luogo al mondo è più splendente del Golfo di Baia). Per effetto del bradisismo, gran parte dell’antica città oggi è sommersa dal mare. ( Visita con il Cymba, battello dall’ampio ponte e dal fondo finestrato che consente a 48 passeggeri di navigare osservando le ville, i mosaici policromi ed i reperti sommersi, comodamente seduti sotto il livello del mare) Partenze: individuali
Tutti i giorni ogni ora:
– Tour diurno Ninfeo – durata 60 minuti
costo adulti = 16€
bambini dai 7 ai 12 anni = 12€
– tour Ninfeo Notturno – durata 60 minuti
costo adulti= 20€
bambini dai 7 ai 12 anni = 15€
Il Museo Archeologico dei Campi Flegrei, inaugurato nel 1993, è ospitato all’interno di una fortezza di età aragonese, opportunamente restaurata ed adeguata alla nuova destinazione espositiva, collocata sulla sommità dell’alto promontorio che chiude a Sud il golfo di Baia, e dal quale si domina l’intero golfo di Pozzuoli e le isole di Capri, Ischia e Procida. Nel museo sono esposti reperti archeologici unici e di straordinario valore provenienti dai Campi Flegrei, un territorio la cui fama, legata all’amenità dei luoghi e alla salubrità delle sue sorgenti termali e del clima, è celebrata e tramandata anche nelle fonti antiche. Nella splendida cornice paesaggistica che si ammira dalla fortezza aragonese, l’allestimento museale ricostituisce contesti smembrati di provenienza flegrea, riunendo reperti di vecchio ritrovamento, nora custoditi prevalentemente nei depositi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, a quelli provenienti dai recenti scavi, secondo una esposizione ragionata per contesti topografici e tematici. Sulla piazza d’Arme è visitabile la Sezione del Rione Terra, con l’esposizione dei reperti provenienti dai recenti scavi e pertinenti alla decorazione architettonica del Capitolium e a quella scultorea di altri edfiici pubblici del foro augusteo: da statue ideali, tra cui la testa di Athena Lemnia, a una serie di ritratti di età giulio-claudia e frammenti di statue di cariatidi e clipei, che ricordano l’attico del foro di Augusto aRoma, di cui si propone all’esterno un’ipotesi di ricostruzione.
Apertura ore 9:00 / 13:00
Dal lunedì al venerdì nel periodo COVID
Costo biglietto: € 5,00 – cumulativo circuito Flegreo € 10,00 valido 2 giorni
Chiusura: il lunedì ( sospeso)
Gratuito per i cittadini dell’UE sotto i 18 e ogni prima domenica del mese.
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L’area del Parco archeologico di Baia comprende resti imponenti di impianti termali e idraulici, le Cento Camerelle, la Piscina Mirabile, la tomba di Agrippina, il porto militare di Miseno, il teatro, le tombe monumentali: un patrimonio archeologico ineguagliabile. Baiae fu il centro flegreo residenziale per antonomasia, ambìto dalle più eminenti personalità romane e prescelto dalla famiglia imperiale stessa per la salubrità del clima e le proprietà terapeutiche delle sue acque. La più cospicua testimonianza di tale sfruttamento è il vasto ed articolato complesso architettonico delle cosiddette Terme, nel quale è da riconoscere verosimilmente ciò che resta del Palatium imperiale. Il complesso – nel quale è possibile distinguere vari nuclei edilizi e diverse fasi costruttive – si dispiega scenograficamente lungo il pendio della collina con una serie di terrazze, scalinate, portici, ninfei, e con ardite soluzioni architettoniche, come nelle Terme di Sosandra e nelle tre sale denominate dalla letteratura antiquaria napoletana “Tempio di Diana”, “Tempio di Mercurio” e “Tempio di Venere”. Oltre al complesso, che occupava – come recenti indagini subacquee hanno dimostrato – anche la zona attualmente sommersa per gli effetti del bradisismo, è possibile visitare l’adiacente parco monumentale che, inaugurato nel 1980 come area attrezzata a verde, racchiude al suo interno numerose strutture non ancora sistematicamente esplorate, ma senz’altro pertinenti al complesso suddetto, il cui nucleo originario, identificato con la villa di C. Giulio Cesare, è stata recentemente riportato alla luce. La maggior parte dei favolosi edifici di Baia è sommersa dal mare. Queste rovine costituiscono il Parco Archeologico Sommerso di Baia. Grazie ad escursioni con apposite barche e alle riprese subacquee, sono visibili pavimenti in mosaico, mura, colonne, e altri resti. Riferibili ad una dimora imperiale sono i ruderi sommersi del Ninfeo di Punta Epitaffio, il cui complesso statuario di epoca giulio-claudia è stato riproposto con un nuovo allestimento ricostruttivo nel Museo Archeologico dei Campi Flegrei, istituito nel 1994 all’interno del restaurato Castello Aragonese. Nella vicina Bacoli, denominata in antico Bauli, sono ancora visibili una grandiosa cisterna sotterranea del I sec. a.C. denominata “Cento Camerelle” ed i suggestivi ruderi denominatiì “Sepolcro di Agrippina”, in realtà un teatro-ninfeo pertinente ad un’altra residenza imperiale.
Apertura ore 9:00 / 1 ora prima del tramonto
Dal lunedì al venerdì nel periodo COVID
Costo biglietto: € 5,00 – cumulativo circuito Flegreo € 10,00 valido 2 giorni
Chiusura: il lunedì (sospeso)
Gratuito per i cittadini dell’UE sotto i 18 e ogni prima domenica del mese.
Per descrivere il Rione Terra di Pozzuoli, occorre inevitabilmente prendere a prestito un’espressione usata da Alberto Angela in una puntata di Superquark “C’è un quartiere dove i capitoli della lunga storia di Pozzuoli si sono sovrapposti come pagine di un libro, il Rione Terra”. Nessuna espressione può essere più esatta di questa. Infatti di tutto il territorio puteolano, la rocca del Rione Terra è l’unico luogo che è stato protagonista di tutte le evoluzioni storiche. Dai primi anni della colonizzazione greca e romana fino all’epoca moderna. Secondo lo storico greco Strabone, la rocca era da considerarsi lo sbarco di Cuma e fu qui quindi che con ogni probabilità, nel 529 A.C. sbarcarono gli esuli dell’isola di Samo e fondarono Dicerachia, il governo dei giusti. Fu però in epoca romana che Pozzuoli e la rocca conobbero il loro periodo di maggior splendore.
Pozzuoli per secoli è stato, prima della nascita di Ostia, il maggior porto di Roma e conseguentemente la città ne giovò. L’allora Puteoli venne dedotta a colonia romana nel 194 A.C. ed aveva proprio nella rocca il suo cuore pulsante. Con la nascita del porto di Ostia prima ed il decadimento dell’Impero Romano poi, Pozzuoli cadde velocemente in declino, fino a che la vasta città che si estendeva fino a comprendere la moderna Bacoli, si ridusse proprio alla piccola rocca del Rione Terra. E da questo momento (siamo circa nel 400 D.C.) che questo angolo di città inizia a “stratificarsi”. Le culture che si sono succedute hanno costruito le loro botteghe le loro abitazioni su quelle che un tempo erano le mura romane. L’esempio più lampante di questo fenomeno è senza dubbio è il Duomo della città di Pozzuoli che fu edificata proprio sulle mura del Tempio di Augusto. Il Duomo costruito in epoca di dominazione spagnola ingloba il Tempio di epoca romana, che a sua volta inglobava templi di più antica fattezza. Il passare dei secoli ci porta fino ai recentissimi anni ’60 quando il Rione Terra era ancora centro pulsante, per quanto popolare della città, ed il passare dei secoli avevano ormai nascosto le costruzioni dei tempi romani. Il 2 marzo del 1970 la rocca venne evacuato a seguito di uno dei frequenti sciami bradisismici della storia di Pozzuoli. Da qual momento in poi la rocca sarà abbandonata. Questo abbandono finirà nei primi anni ’90 quando finalmente si decide di rimettere a nuovo quello che da sempre è stato il centro pulsante di una città da una storia millenaria. Proprio durante i primi lavori di ripristino che la storia romana è riaffiorata. Oggi al disotto del Rione Terra c’
è un intero percorso archeologico quasi perfettamente conservato, che rende l’idea di cosa era il Rione Terra 2000 e più anni fa. Senza esagerazioni si può dire che questa rocca sia uno museo a cielo aperto di tutta la storia puteolana, dal 500 A.C. fino ai giorni nostri
Costo del biglietto € 5,00
Dell’antica Cuma, la prima colonia greca di Occidente fondata nella seconda metà dell’VIII secolo a.C., si conosce ancora piuttosto poco, se si escludono i numerosi bei vasi greci che nell’Ottocento furono estratti dalle sue necropoli e poi dispersi in tutti i musei d’Europa. Nel Novecento gli scavi si sono concentrati soprattutto sull’acropoli, dove sono visitabili i due grandi templi testimoni della fase greca, trasformati in chiese nel Medioevo: sulla terrazza più bassa il tempio di Apollo, sottoposto ad un rifacimento romano in età augustea, di cui restano un monumento a sedile e una cisterna forse pertinente ad una fontana monumentale di età ellenistica; e, sulla cima più alta dell’acropoli, il secondo tempio, detto (senza certezza) di Giove. Sull’acropoli è il cosiddetto “Antro della Sibilla”, il monumento più celebre di Cuma, città che era considerata in età romana un luogo sacro: Virgilio aveva descritto come avvenuta qui la profezia della Sibilla ad Enea. Da Cuma si facevano derivare i Libri Sibillini, contenenti le profezie che i più alti magistrati dello stato romano consultavano nei giorni più difficili della repubblica; e ancora da qui si facevano venire, obbedendo ad antichi rituali, le sacerdotesse del culto di Demetra-Cerere. Visibili dall’acropoli sono anche i resti della “città bassa”, con i Templi italici del Foro ed i grandiosi ruderi di un edificio termale detto “Masseria del Gigante”; inoltre, l’anfiteatro di recente riportato alla luce, nonché l’”Arco Felice”, impiantato sul valico che fu aperto nel monte Grillo, confine orientale della città antica, per il passaggio della antica via Domitiana.
Apertura ore 9:00 / 1 ora prima del tramonto
Dal lunedì al venerdì nel periodo COVID
Costo biglietto: € 5,00 – cumulativo circuito Flegreo € 10,00 valido 2 giorni
Chiusura: 1° gennaio / 1° maggio e 25 dicembre
Gratuito per i cittadini dell’UE sotto i 18 e ogni prima domenica del mese.
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Per il duplice interesse che esso ha, archeologico e scientifico, è il monumento più singolare di tutta la regione flegrea, ed uno dei più noti di tutto il mondo antico. Esso ha rappresentato per alcuni secoli l’indice metrico più prezioso e preciso che si aveva a disposizione per misurare il fenomeno del bradisismo. Risalente all’epoca romana (I – II secolo d.C.), l’edificio è stato denominato impropriamente “Tempio di Serapide” per il rinvenimento di una statua del dio egizio all’epoca dei primi scavi. Invece altro non è che il Macellum, cioè il mercato pubblico della città romana. Tutto l’edificio ricorda nella pianta altri mercati di città antiche, come quelli di Roma, Timgrad, Djemila, Perge eCremna. Tra questi il Macellum di Pozzuoli resta uno dei più grandiosi ed integri, grazie anche alla sommersione bradisismica che nei secoli passati lo ha preservato da una più grande spoliazione dei suoi elementi architettonici. La sua ubicazione presso il mare è pienamente giustificata dal carattere commerciale e marittimo della città. Inoltre, la presenza di una statua di Serapide al suo interno, fa ipotizzare che il Macellum di Pozzuoli potrebbe essere stato dedicato a divinità egizie.
I resti di una delle più grandi strutture termali romane conosciute. Nel XVIII secolo lo si credeva un tempio a causa della maestosità delle rovine.
Un parco pubblico dove si possono trovare molte specie rare di alberi e piante. All’interno del parco vi è una fontana romana ancora oggi in funzione. Il parco faceva parte della residenza di un viceré spagnolo, Don Pedro de Toledo, che passava i mesi estivi proprio a Pozzuoli.
Chiesa che ricorda il martirio di S. Gennaro e di altre sei Santi( fra cui S. Procolo patrono di Pozzuoli) avvenuto durante l’anno 304 all’interno del vulcano solfatara. La chiesa conserva varie opere d’arte come un busto di marmo raffigurante S. Gennaro di età medievale e la Pietra di San Gennaro, una decorazione marmorea del VI secolo d.C. sulla quale, secondo la tradizione fu decapitato il Santo, infatti è credenza popolare che la Pietra emetta sangue in occasione delle festività di san Gennaro
Una chiesa barocca molto interessante famosa per gli splendidi marmi intarsiati.
Antico porto dei pescatori di Pozzuoli, teatro delle più importanti feste popolari, come quella del Pennone che si celebra in estate, molto pittoresca la chiesa dei marinai, Santa Maria della Purificazione a Mare. Anche qui si ci ferma per un aperitivo o un caffè.
Un Cratere formatosi nell’arco di 24 ore durante l’ultima, violentissima, eruzione dei Campi Flegrei, nel 1538. Oggi il Montenuovo è un’Oasi aperta al pubblico dove si può passeggiare sull’orlo del cratere per ammirare i minerali vulcanici e la fauna tipica dell’area flegrea.
Un tempo residenza del Vicerè spagnolo Don Pedro de Toledo, il Palazzo del XVI secolo oggi ospita la biblioteca civica. Caratteristica la torre utile al signore che abitava nel palazzo soprattutto durante il periodo estivo, durante i recenti restauri sotto il complesso sono emerse strutture romane pertinenti ad una domus ed alcune cisterne.
L’antica Puteoli dei romani fu forse fondata dai greci col nome di “Dicearchia”, ovvero la città del buon governo. In età romana Pozzuoli era una delle città più popolose dell’impero e per più di tre secoli fu il principale porto del Mediterraneo, luogo di commerci e scambi culturali fra tutte le popolazioni del Mare Nostrum. In età medievale fu un centro importante, luogo di vacanza dei Re di Napoli e oggi è la città più popolosa del territorio. Le tante rovine romane sono testimoni della storia millenaria della città dove è anche nata Sofia Villani Scicolone, più famosa come Sophia Loren!
Città di marinai e contadini, anche questa città conserva monumenti romani e spiagge molto belle. Nel porto della vicina Miseno i romani installarono la flotta militare, mentre a Baia gli Imperatori stessi trascorrevano le vacanze nella grande residenza imperiale ricca di impianti termali attivati dalle sorgenti calde naturali. Caratteristico il Centro Antico con la chiesa di S. Anna affacciato sul Lago di Miseno, numerosi ristoranti offrono la possibilità di gustare la cucina tipica a base di piatti di mare.
La Terrazza dei Campi Flegrei, vanta una grande tradizione marinara ed ancora oggi è città di pescatori. Il centro sorge su una scogliera a picco sul mare e quasi tutta la costa si trova di fronte al Canale di Procida, lo stretto braccio di mare che divide l’Isola di Procida dal litorale montese. Tutto a Monte di Procida profuma di mare, ogni tradizione si riconnette ad esso (in particolare durante la “Sagra del Mare Flegreo”) nonostante la frazione Cappella, sita in pianura, sia molto legata alla coltivazione della vite. Nel centro va visitata la Chiesa della Madonna Assunta, mentre sulla costa merita una passeggiata alla Marina di Acquamorta, il waterfront e approdo che funge anche da piazza pubblica della socialità montese. A dir poco incantevole è il belevedere Stupor Mundi da cui si può osservare buona parte dei Campi Flegrei.