Chi è stato bambino negli anni 80’, quando i film Disney presenziavano sovrani in ogni casa, non sarà stato certo immune dalla fascinazione che le atmosfere medioevali esercitavano sui più piccoli. Sogni, giochi e tutta la creatività che un bambino possa avere, erano di certo pervase dal mistero e dal carisma che solo grandi cavaliere, dame e regnanti potevano esercitare sull’immaginario infantile. Ed è per questo che oggi vi descriviamo, con una nota di nostalgia, un castello altrettanto affascinante, che per la sua storia e la sua cornice naturale, è un vero gioiello storico, di rara bellezza.
Vi parliamo, infatti, del Castello Aragonese di Baia, una fortificazione eretta verso la fine del XV secolo a Baia, immersa in una cornice naturale di eccezionale bellezza, attorniata dal mare e dalla rigogliosa vegetazione di Bacoli.
Il castello venne eretto per volere di Alfonso II d’Aragona allo scopo di proteggere il golfo di Pozzuoli dagli attacchi moreschi. Il progetto era parte di un programma di difesa militare che prevedeva il potenziamento di tutta l’Italia meridionale, con la costruzione di altre fortificazioni collegate tra loro. Un sistema globale di difesa, dunque, disposto lungo le coste di Gaeta, Mondragone, Ischia, Baia e Pozzuoli.
Nel corso dei secoli il castello venne prevedibilmente trasformato, potenziato secondo le innovative strategie militari e architettoniche che si susseguivano nel corso degli anni. Oggi non abbiamo tracce dell’impianto originale ma possiamo ammirare il lavoro di rafforzamento attuato dal viceré Pedro Alvarez de Toledo, avviato quando il castrum venne seriamente danneggiato dall’eruzione del Monte Nuovo a metà del XVI secolo.
Il Castello Aragonese di Baia sorge su un territorio vulcanico, caratterista questa che ne ha provocato profondi cambiamenti morfologici, come già riferito. Il suo impianto ha origini romane evidenziate dalle mura in opus reticolatum, dalle cisterne, dal Padiglione Cavaliere, costruzione merlata di base quadrata e dai pavimenti che riprendono molto chiaramente gli stili romani. Visse anche un periodo di abbandono, ma nel secolo scorso rientrò nelle competenze del demanio dello Stato e fu inserito in un programma di riqualificazione.
Al suo interno, oggi, è allestito il Museo archeologico dei Campi Flegrei con reperti appartenenti ai territori di Pozzuoli, Miseno e Baia. Tante sono le testimonianze antiche da ammirare, tra queste i recenti resti rinvenuti a Cuma, Puteoli e nell’area archeologica del Rione Terra, recentemente riaperta al pubblico e assolutamente da visitare.
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