Solfatara di Pozzuoli, l’altro suggestivo portale mistico dei Campi Flegrei

Come già abbiamo raccontato sul nostro portale, i Campi Flegrei sono stati spesso associati a luoghi mistici, antri dell’al di là o terre magiche, da cui il divino o il maligno entrano in contatto con il mondo terreno, con tutte le conseguenze fatalistiche che ciò può generare. Una caratteristica speciale delle nostre terre che si deve all’eccezionale potenza evocativa dei paesaggi e alla millenaria storia in seno alla terra flegrea, sia essa socio – politica o geologica.

Il Lago d’Averno, in questo senso, è uno dei migliori esempi. Ne abbiamo parlato di recente, raccontando come esso, grazie a scritti antichi, è stato identificato letterariamente come porta degli inferi, descritta con gran cura nel sesto libro dell’Eneide di Virgilio.

Al lago si avvicina, e forse supera per potere immaginifico, la Solfatara di Pozzuoli, uno dei vulcani a campo fumaiolico più conosciuto d’Italia, caratterizzato da suggestivi vapori e gas sulfurei che ogni giorno e, soprattutto, ogni notte sono nitidamente distinguibili dall’occhio umano. La Solfatara è parte dei ben 40 vulcani dei Campi Flegrei. E’ grazie a loro, infatti, che quest’ area a nord-ovest di Napoli prende il nome; dal greco flègo, appunto, che significa “brucio”, “ardo”, termine con cui gli antichi indicavano la dinamica attività vulcanica dell’area, oggi in stato di quiescenza.

Una realtà naturale a riposo, dunque, che consente a molti di conoscerne i segreti e, più ancora, le peculiarità scientifiche, come quelle della ‘Bocca grande’, ad esempio, la fumarola maggiore della Solfatara distinta per l’imponente odore di zolfo e per la fuoriuscita di vapore che raggiunge i 160°C.
Secondo studi recenti, la genesi di questo sito risalirebbe a circa 4000 anni fa. E nel corso dei millenni è stata sempre oggetto di studio per tutte le civiltà che in terra flegrea vi hanno abitato. Gli antichi romani vi hanno estratto l’allume e il bianchetto, usato come stucco. Mentre intorno al 1700 è stata sfruttata per le proprietà termali delle sue acque e dei fanghi sulfurei.

Ma alla Solfatara sono associati anche prevedibili aspetti negativi, che ne fanno una delle aree vulcaniche più controllate del paese. Essa è responsabile, infatti, del fenomeno d’innalzamento ed abbassamento del suolo, detto anche bradisismo. Una caratteristica geologica, questa, fortemente legata all’attività idrotermale dei Campi Flegrei e che provocò tra 1969 e il 1984 un sollevamento di oltre 3 metri delle banchine del porto di Pozzuoli.
Ma come dicevano, oggi la Solfatara è costantemente monitorata ed è diventata un meraviglioso spettacolo naturale a portata di tutti gli amanti della scienza e della storia. La Bocca grande, il pozzo, la fangaia e le antiche stufe sono oggi visitate da un gran numero di turisti e, non di rado, questi spazi sono prestati al cinema e alla musica come cornici per storie fantastiche e fortemente evocative.Tra gli esempi maggiori, le due pellicole di Totò: l’inimitabile ‘47 il morto che parla’ e ‘Totò all’inferno’.E ancora, le scene vulcaniche di Live at Pompeii dei Pink Floyd o, più di recente, il video clip della canzone Caravan petrol di Carosone interpretata da Fiorello per il musical ‘Passione’di John Turturro.

L’immagine dell’articolo è tratta dal sito: wikimedia.org – Attribution: Donar Reiskoffer

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