Gli archeologi hanno localizzato il teschio nei pressi del corpo dissotterrato a maggio. La scoperta smentisce la precedente ipotesi secondo cui l’uomo sarebbe morto decapitato da un blocco di pietra mentre cercava di fuggire dall’eruzione del Vesuvio
Trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Dopo la rivelazione del tesoretto, è stata di recente annunciata dalla direzione del Parco archeologico la scoperta del cranio dello sfortunato fuggiasco trovato a maggio nella nuova zona di scavi della Regio V a Pompei. Dalle prime risultanze si pensava che la testa del malcapitato fosse rimasta schiacciata da un enorme blocco (forse lo stipite di una porta) mentre fuggiva da Pompei durante l’eruzione del 79 d.C.. Ma con il ritrovamento del cranio si è fatta anche luce sulla vera ragione della morte, che smentisce la prima ipotesi. “Ora sappiamo che la morte non è dovuta all’impatto del blocco sulla porzione superiore del torace, ma presumibilmente da asfissia dovuta al flusso piroclastico”, ha rivelato nel corso di un forum Ansa il direttore del parco archeologico di Pompei, Massimo Osanna, annunciando, inoltre, continui e interessantissimi sviluppi degli scavi. “Abbiamo appena trovato anche il teschio, con la bocca spalancata in modo impressionante”, nel disperato tentativo di respirare, con i denti ancora presenti. “Quella bocca così aperta ci dice che la sua morte deve essere stata addirittura più terribile di quello che già avevamo immaginato”, spiega Osanna, “perché adesso è chiaro che quel povero fuggiasco che si era attardato in strada quando ormai era troppo tardi per salvarsi, non è stato ucciso né dal masso né dallo choc termico, che almeno sarebbe stato istantaneo, è morto soffocato dalle polveri e dalla cenere”, la colata piroclastica che ha fatto seguito alla prima fase dell’eruzione. Il masso di trecento chili che gli ha sfondato la parte alta del torace, almeno quello, dovrebbe essergli caduto addosso quando era già morto. “L’ipotesi preliminare – come si apprende da un successivo comunicato del Parco archeologico – nasceva dall’osservazione della posizione del masso rispetto al vuoto del corpo impresso nella cinerite. Il prosieguo delle indagini all’incrocio tra il vicolo delle Nozze d’argento e il vicolo dei Balconi, laddove erano emersi i primi resti scheletrici, ha portato alla luce la parte superiore del corpo, ubicata a quote decisamente più basse rispetto agli arti inferiori”. La ragione di tale anomalia stratigrafica, spiegano i ricercatori, “va ricercata nella presenza, al di sotto del piano di giacitura del corpo, di un cunicolo, presumibilmente di epoca borbonica, il cui cedimento ha portato al collasso e allo scivolamento di parte della stratigrafia superiore, ma non del blocco litico, ancora inserito nella stratigrafia originaria. La morte non è stata quindi presumibilmente dovuta all’impatto del blocco litico, come ipotizzato in un primo momento, ma da probabile asfissia dovuta al flusso piroclastico”. I resti scheletrici individuati “consistono nella parte superiore del torace, arti superiori, cranio e mandibola. Attualmente in corso di analisi, presentano alcune fratture la cui natura sarà verificata, in modo da poter ricostruire con maggiore accuratezza gli ultimi attimi di vita dell’uomo”.